NotaBene – Massimo Folador
Nei giorni scorsi ho finalmente iniziato la lettura della biografia di Michele Ferrero. Un imprenditore che tutti conosciamo per il “modello” d’impresa che ha realizzato e che il mondo ci invidia per essere stato tra i primi ad utilizzare la sostenibilità come chiave strategica e di sviluppo e, non ultimo, per la capacità di produrre ricchezza monetaria, che da anni fa della famiglia Ferrero la più ricca d’Italia. Il libro di Salvatore Giannella ha un sottotitolo significativo, che mi ha colpito subito ma non mi ha stupito pensando alla grande storia imprenditoriale di Ferrero: “Condividere valori per generare valore”, una sfida nella quale personalmente e come Askesis ci identifichiamo da sempre. E chi ci conosce o ha realizzato attività con noi credo già sappia quanto crediamo e ci soffermiamo su questo binomio.
La riflessione sul legame tra valore e valori mi accompagna già dal mio primo libro, “L’organizzazione perfetta”, nel quale proprio il primo capito è intitolato “Una missione e dei valori condivisi”. Già allora, oramai 18 anni fa, nel tentativo di spiegare la capacità del monachesimo benedettino di generare valore economico e non solo, mi ero reso conto di quanto questa capacità partisse proprio da lì, dalla loro volontà, direi quotidiana, di costruire e realizzare una o più finalità comuni grazie anche alla ricerca ostinata, ma per loro abbastanza naturale, di valori condivisi. Ma cosa sono i valori e perché sono all’origine, chiaramente insieme ad altre competenze e scelte, di una parte importante del valore anche economico che un’azienda può generare?
Per comprenderne l’importanza vorrei partire da alcuni termini semplici, di uso comune: i valori intesi come gioielli, quanto abbiamo di prezioso; oppure i valori ematici, che rileviamo ad ogni esame del sangue. Nel primo esempio troviamo degli oggetti che in genere hanno per noi non solo un alto valore economico ma spesso anche una valenza affettiva ed emotiva, mentre i valori ematici, col loro ruolo di “sentinelle” predittive ci tranquillizzano o ci allarmano e certamente tracciano una strada per stare bene. Non è un caso che la parola “valore” derivi dal latino “vale” che indica proprio qualcosa che vale, ma anche qualcosa che fa stare bene.
In questi due semplici esempi troviamo il significato principale e la chiave di lettura dell’importanza dei valori, anche nella vita aziendale. Essi infatti rappresentano dei principi guida importanti proprio perché il loro utilizzo attraverso dei comportamenti coerenti permette ad ogni persona che lavora in azienda e all’azienda nel suo insieme di generare valore per l’appunto e, così facendo, di creare i presupposti perché un’azienda “sia in salute”. E non è un caso che la stessa parola sia la chiave di lettura di due significati molto collegati: i “valori”, sostantivo plurale, sono il primo tramite e strumento nella produzione del “valore”, sostantivo singolare.
Anche per questo motivo, ogni volta che come Askesis sviluppiamo in azienda delle strategie di medio/lungo termine, come ad esempio la creazione di Modelli di Leadership o la definizione delle finalità di Beneficio Comune delle Società Benefit o, più in generale, l’individuazione di intenti strategici di sostenibilità, il primo lavoro, fondamentale, che facciamo è proprio la costruzione e la condivisione dell’identità, ovvero della visione, dei valori e della missione dell’azienda. Quasi a dire che prima di ogni altra scelta legata ad investimenti, strategie e persino all’operatività sarebbe bene capire qual è la “stella polare” che guida l’azienda, quali principi aiuteranno e supporteranno i comportamenti individuali e di team nella capacità di generare valore.
Non so quanto sia riuscito in queste poche righe a soffermarmi sulla valenza enorme e concreta di questo tema. L’esperienza maturata in questi anni mi conferma che l’unico modo per rendersi conto dell’importanza della definizione condivisa dell’identità aziendale è lavorarci, confrontarsi, fare. Quando accompagniamo le aziende che hanno consapevolmente deciso di divenire Società Benefit nell’individuazione delle finalità di Beneficio Comune, tutti i partecipanti al progetto si rendono conto di come non possano esistere delle finalità di bene condiviso realizzabili senza prima aver riflettuto e lavorato su dei valori condivisi. E questo lavoro diventa il motore di ogni altra iniziativa tesa allo sviluppo. Proprio come ci insegna Michele Ferrero che in quanto a capacità di produrre valore attraverso i valori è stato maestro ed esempio.