Intervista a Beatrice Berutti

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“La sostenibilità è un processo inevitabile”. Intervista a Beatrice Berutti, Responsabile sviluppo di business di SPM Spa Società Benefit

 

Beatrice Berutti è Responsabile sviluppo di business di SPM Spa SB. L’azienda, con sede a Brissago Valtravaglia, è una società leader nel campo degli accessori e del materiale di sicurezza per automotive, fashion e sport (è di SPM la storica introduzione dei paletti snodati nelle gare di sci, testati per primo dal grande Ingmar Stenmark), con una lunga storia di impresa familiare, che si è sviluppata e riconvertita nel tempo e che oggi punta su innovazione e sostenibilità come leva di sviluppo. Oggi infatti SPM è divenuta Società Benefit con l’ausilio di Askesis.

 

Dott.ssa Berutti, vuole raccontarci di SPM spa e di come l’azienda ha iniziato a considerare la sostenibilità una leva importante di posizionamento?

SPM è un’azienda del Varesotto che ha compiuto quest’anno 70 anni di attività. E’ stata fondata da mio nonno e gestita successivamente da mio papà; da qualche anno siamo entrati in azienda io e mio fratello.

Abbiamo tre divisioni: la più grande è la divisione Automotive, specializzata in emblemi per le case automobilistiche; poi c’è la divisione Sport che nel 1978 ha lanciato sul mercato i primi pali da slalom snodati: produciamo attrezzatura per l’allestimento e la sicurezza delle piste, non ci rivolgiamo solo al mondo dello sci alpino ma anche agli altri sport invernali oltre a quelli estivi come Moto GP, Superbike e ciclismo; infine c’è la divisione Marcaggio, composta di tre divisioni minori: sigilli di sicurezza, accessori per il tessile, e targhette portanomi.

La nostra azienda è situata vicino al confine con la Svizzera e oggi conta circa 350 dipendenti. Fin dalla sua fondazione, e quindi dai tempi di nonno Giampiero, il legame con il territorio, e di conseguenza con le persone che lo abitano, è sempre stato un principio cardine, testimoniato anche dal supporto di svariate attività proprio a sostegno di persone e ambiente.

Quindi il passaggio a Società Benefit è stato il coronamento, o la formalizzazione, di azioni che già compivamo e che ora vogliamo strutturare in modo più approfondito.

La naturale continuazione di un percorso iniziato tempo fa che ha sempre avuto come punto fisso la sostenibilità: da più di dieci anni infatti abbiamo installato un impianto fotovoltaico che lo scorso anno è stato ampliato, consentendoci di raggiungere una produzione di circa 500 kw nelle giornate di sole; abbiamo fatto un investimento per l’utilizzo di energia rinnovabile che nel 2023 è stata il 100% del nostro fabbisogno; riutilizziamo sempre di più i materiali (di produzione e di trasporto); ritiriamo e ricicliamo i pali e altri prodotti relativi al settore Sport; riusiamo i vassoi utilizzati nel settore automobilistico per il trasporto degli emblemi.

La sostenibilità non è solo un concetto legato all’ambiente ma anche, e soprattutto, alle persone che lavorano in azienda e vivono nel territorio. Siamo stati tra i primi a introdurre per i dipendenti un premio legato al risultato dell’azienda. Abbiamo aperto un asilo aziendale, che può essere sfruttato anche da chi abita nella zona; ogni anno istituiamo borse di studio rivolte ai figli dei nostri dipendenti che vengono raddoppiate se questi si iscrivono all’università. Abbiamo collaborato alla realizzazione di un corso IFTS di formazione in automazione e robotica e alcuni degli studenti oggi lavorano in azienda. Supportiamo inoltre Il giardino delle fate, un’associazione che aiuta i bambini autistici e l’associazione Freerider, che supporta i disabili con la passione per lo sci.

 

SPM è un modello di impresa familiare italiana, che ha a cuore in modo profondo la sostenibilità, con uno sguardo nel lungo termine. Cosa vuol dire essere testimonial di questo modo di fare impresa?

Io ho lavorato a lungo nel mondo delle multinazionali, dove il tema della sostenibilità è una buzzword imprescindibile. Non tutte le aziende, però, ci credono fino in fondo. Noi ci crediamo davvero, anche per coerenza. Cerchiamo di fare quello che possiamo, cercando di farlo bene. Stiamo iniziando a comunicare il nostro approccio e la nostra dimensione Benefit in vari modi, uscendo sulla stampa di zona e di settore.

Ma la nostra comunicazione è fare le attività, più che parlarne, portando benefici al territorio. Abbiamo notato che ancora in pochi conoscono il fenomeno delle Società Benefit, e occorre quindi spiegarlo bene, sia ai clienti e ai fornitori che ai dipendenti. Per questi ultimi abbiamo in programma una serie di attività, sia webinar che in presenza, per approfondire i diversi temi e contenuti che riguardano il passaggio Benefit.

 

Vuole raccontarci come è stato il processo, in collaborazione con Askesis, che vi ha condotto a diventare una Società Benefit?

Abbiamo iniziato con un primo assessment con un team di lavoro ristretto, che ci ha dato un’indicazione sullo stato dell’arte in azienda. Successivamente, ci siamo dedicati all’analisi di Scope 1 e Scope 2 [le emissioni aziendali dirette e indirette N.d.R.] e abbiamo diffuso un questionario rivolto ai collaboratori di SPM per comprendere la loro percezione sulle tematiche relative alla sostenibilità.

Abbiamo lavorato, sempre insieme ad Askesis, sugli SDGs (Sustainable Development Goals), gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, sulla cui base abbiamo capito dove SPM poteva posizionarsi. Per spiegare all’interno dell’azienda e avvicinare i collaboratori al tema della Società Benefit abbiamo creato un gruppo di lavoro, composto da un team di dirigenti, ma anche dalle rappresentanze sindacali, da due collaboratori storici di SPM, che vivono i valori dell’azienda tutti i giorni, e una giovane capoturno, che rappresenta il futuro, insieme a me e mio fratello.

Un secondo gruppo, leggermente più ristretto e senza mio papà che è il Presidente di SPM, ha lavorato per definire valori e vision. Alla fine di questo processo, ci siamo resi conto che i valori emersi sono pienamente in continuità con quelli definiti e portati avanti da mio padre in passato. Alla Carta dei Valori abbiamo associato infine le Finalità di beneficio comune, prima del passaggio notarile e ufficiale, con il cambio di Statuto.

 

Possiamo dire che questo progetto ha riguardato anche, indirettamente, il tema del passaggio generazionale?

Sì, credo che abbia aiutato a mettere nero su bianco qual è la direzione di SPM nel futuro. Il motivo per cui abbiamo coinvolto quel gruppo di lavoro è che un passaggio di questo tipo non può essere “calato dall’alto”. Una Società Benefit funziona se le persone che lavorano all’interno dell’azienda ci credono veramente, altrimenti si tratta solo di parole su un foglio di carta.

L’analisi sui valori è stata fatta in modo introspettivo per questo motivo, per trovare valori comuni a tutti. Poi ci siamo dedicati naturalmente anche agli stakeholder esterni. Abbiamo steso un questionario rivolto a clienti e fornitori, alcuni dei quali lavorano con noi da molti anni e con i quali, in futuro, faremo un lavoro ancora più approfondito.

 

Che cosa può servire al mondo imprenditoriale italiano per dare maggiore forza alla responsabilità e alla sostenibilità d’impresa? Formazione? Preparazione culturale? Incentivi?

Secondo me serve una visione a lungo termine. Vuol dire darsi degli obiettivi, capire che ogni cosa che si fa deve essere fatta in modo sostenibile, quindi pensata sotto il profilo ambientale, sociale, di motivazione e formazione.

Dalla visione a lungo termine deriva tutto il resto. SPM ha appena    compiuto 70 anni di attività e ci chiediamo dove vogliamo essere tra 70 anni, e come possiamo arrivarci.

 

Alcune parole che secondo lei definiscono la sostenibilità oggi:

Responsabilità
Territorio
Inevitabile