Intervista a Laura Monteleone

Intervista a Laura Monteleone

 

“Dai Leader del futuro ai Green Ambassador”.

Intervista a Laura Monteleone, Direttore Risorse Umane Gruppo SACBO


Laura Monteleone
è Direttore Risorse Umane del Gruppo SACBO, l’azienda che gestisce l’aeroporto di Bergamo Orio al Serio. Il Gruppo conta complessivamente circa 750 dipendenti: al suo interno sono presenti sia il gestore aeroportuale SACBO spa che la società di handling, che fornisce servizi aeroportuali.

L’attenzione alla sostenibilità e ai criteri ESG in azienda nasce con il commitment dei vertici aziendali, che dà avvio a un percorso interno di formazione, con l’ausilio di Askesis, delle giovani risorse come Agenti del cambiamento, fino a un processo di disseminazione e consapevolezza diffusa all’interno dell’organizzazione.


Dott.ssa Monteleone, vuole introdurci il Gruppo
SACBO e il motivo per il quale ha deciso di avviare un percorso sulla sostenibilità?

SACBO è un gestore aeroportuale che ha ricevuto la concessione dallo Stato nel 1970 con l’impegno di progettare, costruire e manutenere il sedimero aeroportuale. È una società a partecipazione pubblica (tra gli azionisti figurano la SEA, il Comune e la Provincia di Bergamo e il Comune di Milano). Siamo in un ambito aeroportuale allargato. Dentro la nostra comunità aeroportuale ci sono diverse società e SACBO è chiamata a svolgere la funzione di “capo condominio” dell’intero aeroporto. Una “famiglia allargata” di circa 4.000 persone.

In passato la pista era di uso militare; dal 1970 è diventata ad uso civile, da cui il nome della società (Società per l’Aeroporto Civile di Bergamo-Orio al Serio). Oggi ci chiamiamo, BGY Milan Bergamo Airport. La svolta che ha determinato lo sviluppo dell’aeroporto è stato l’arrivo di Ryanair nel 2002, che ha portato un notevole incremento del traffico: oggi BGY è il terzo aeroporto d’Italia, dopo Fiumicino e Malpensa, con circa 17,5 milioni di passeggeri. Per noi è un risultato importante, perché risponde alla nostra mission di far fruttare al meglio la concessione pubblica.


Qual è il rapporto con i vostri stakeholder?

Da diversi anni l’attenzione è rivolta allo stakeholder “territorio” bergamasco e non solo. Con l’aeroporto abbiamo permesso a moltissime persone di connettersi con il resto del mondo, dando a chiunque, attraverso i viaggi, l’opportunità di conoscere e confrontarsi con culture diverse, di aprirsi agli altri: è anche questa una sostenibilità, che ci piace mettere in evidenza.

Una grande sensibilità da parte del nostro management è stata sempre rivolta alla sostenibilità ambientale: innanzitutto il rumore, ma anche i rifiuti, l’acqua, il suolo. Infatti avevamo una struttura organizzativa chiamata “Ambiente e Territorio”. Con l’evoluzione verso gli ESG e l’Agenda 2030, abbiamo operato un allargamento dal solo “Environment” anche verso la governance e il sociale (gli ESG).


Come è nato il vostro progetto sulla sostenibilità?

L’esigenza iniziale, una maggiore attenzione ai criteri ESG, è nata di concerto con il Direttore generale e la Direzione Risorse Umane. Noi avevamo già iniziato nel 2019 un percorso di crescita, creando un gruppo chiamato Leader del futuro, un team di risorse dell’azienda under 35. Il gruppo ha iniziato un percorso di formazione a Cernobbio all’interno del Forum Ambrosetti e ha proseguito, con la collaborazione di Askesis, con il mandato di raccogliere delle proposte per lo sviluppo dei temi ESG in azienda.

La collaborazione con Askesis è nata così con una progettualità proposta al Direttore Generale, legata ai Leader del futuro e al futuro dell’aeroporto. Lo step successivo è stato quello di approfondire la sensibilità ambientale, sociale e di governance di SACBO, e di inserire nei kpi aziendali almeno un obiettivo sostenibile. Insieme ad Askesis abbiamo quindi formato i nostri Leader del futuro sui criteri ESG, creando una forte preparazione sul concetto di sostenibilità. Abbiamo diviso i Leader in gruppi di lavoro, con approfondimenti internazionali da contestualizzare nel nostro ambito di attività. Ogni gruppo di lavoro ha presentato al Direttore Generale un elenco di kpi trasferibili a tutta l’azienda.

Quasi tutti i giovani coinvolti ricoprono oggi posizioni di middle management.


Come si è diffusa all’interno di
SACBO la cultura della sostenibilità?

È nata successivamente un’ulteriore esigenza: creare una cultura diffusa, e concreta, sulla sostenibilità all’interno di tutta la SACBO. Per farlo, abbiamo pensato ai Green Ambassador, degli ambasciatori con il compito di divulgare a tutti i livelli la cultura della sostenibilità, in un’azione che ricorda il lancio di un sasso nello stagno che genera cerchi concentrici sempre più ampi.

Il cambiamento parte sempre dagli aspetti culturali. Uno dei kpi indicati era legato all’attività formativa: l’abbiamo colto come il primo da portare avanti. Il gruppo di lavoro si è quindi dedicato a progettare eventi formativi rivolti al tema della sostenibilità e della sensibilizzazione sulla sostenibilità, i cui formatori sono proprio i Green Ambassador. I Green Ambassador hanno lavorato con Askesis per definire i progetti, che partiranno dal prossimo anno, e individuato tre target: la Direzione, i nuovi assunti (cosiddetti new entry), tutti gli altri colleghi (in modalità e-learning).


Queste scelte strategiche hanno avuto un’influenza anche a livello organizzativo?

Abbiamo voluto dare una spinta ancora maggiore sul fronte della sostenibilità, con un cambiamento organizzativo radicale e importante. La struttura Ambiente e Territorio, originariamente inserita nella Direzione Tecnica, è stata trasformata in una nuova struttura organizzativa, chiamata Sustainable Development, alle dirette dipendenze del Direttore Generale. Si tratta di un percorso coerente con il lavoro svolto finora.

Il responsabile Paolo Deforza, insieme a Veronica Giavazzi, ha infatti sempre partecipato attivamente al lavoro con i Green Ambassador. Sotto Deforza c’è la struttura Ambiente e Territorio (la base di tutto, perché riunisce Energy & Mobility Management e Environment). Accanto a questa, è stata creata la struttura di Sustanability Team Leader, che si occupa del Piano di Sostenibilità e del Report di Sostenibilità, con una programmazione degli interventi in direzione della sostenibilità e una preparazione pianificata del Report (che diventerà obbligatorio). È stata nominata Team Leader una persona proveniente dal gruppo dei Green Ambassador, che è coordinatrice di due gruppi trasversali a tutte le unità aziendali. Da una parte il Team di Sostenibilità, che è già stato formato e che collaborerà a definire gli obiettivi di sostenibilità a breve e lungo termine e alla stesura del Report; dall’altra ancora i Green Ambassador, con il ruolo di divulgatoti all’interno dell’azienda e di supporto al Team Leader e al responsabile della nuova struttura e CSO (Chief Sustanability Officer) Deforza.


Quali saranno i prossimi passi?

I Leader del futuro sono oggi leader del presente. Abbiamo quindi avviato un nuovo gruppo di giovani, #PGYTalentUnder30, che è stato presentato al Forum Ambrosetti. Oggi stiamo programmando con Askesis una formazione più avanzata, perché la consapevolezza è ora diffusa all’interno dell’azienda, per farli diventare Green Ambassador.

È un percorso di coinvolgimento e di crescita, anche perché il concetto di sostenibilità si è ampliato: dall’ambiente si è passati all’attenzione alle tre P, People, Planet e Profit. Per rimanere competitivi sul mercato la sostenibilità oggi è una leva fondamentale, per esempio nel rapporto con gli stakeholder.


È stata importante la leadership nello strutturare questo lungo percorso?

C’è stato un commitment, sincero e convinto, della Direzione, prima con il Dottor Rampinelli e ora con me. È molto importante essere coerenti e convinti, soprattutto quando ci si rapporta con i giovani. Non c’è mai stata un’imposizione, ma suggerimenti e concetti chiave da trasmettere. Abbiamo quindi sentito la libertà di poter procedere, sempre nel solco degli obiettivi tracciati. Senza un commitment convinto, c’è il rischio che i progetti si arenino.


Un’ultima domanda, che facciamo spesso ai nostri interlocutori. Che cosa serve al mondo imprenditoriale italiano per dare maggiore forza alle loro iniziative nell’ambito della sostenibilità?

Non ho dubbi sulla risposta: la cultura d’impresa. La parte economica è importante, ma la cultura è la base di tutto. L’educazione culturale alla sostenibilità parte addirittura dalle famiglie, e poi dalla scuola, prima del luogo di lavoro. Prima di essere direttori, funzionari o impiegati siamo persone. Quello che siamo oggi è quello che eravamo e siamo diventati come persone.