Prendersi cura. Fare impresa.

3. foto Prendersi cura, fare impresa

 

La nostra Serata Benefit

La Serata Benefit di Askesis di quest’anno è stato un evento molto particolare. Innanzitutto per il filo rosso che ha legato i numerosi eventi che si sono succeduti, ben caratterizzato dal titolo: Prendersi cura. Fare impresa. Un titolo che sembra un ossimoro, perché mette insieme concetti comunemente distanti, portare avanti un’azienda e curare, ma non lo è.

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Si tratta invece di elementi che la trasformazione sociale ed economica di questi anni porta sempre più vicini uno all’altro.

Come ha ben raccontato Massimo Folador, il nostro Ceo, “curare significa fare ciò che rende migliore la vita e di conseguenza fa crescere le nostre imprese. Curare non riguarda soltanto l’agire di un medico, ma quello di chiunque desidera, con il proprio operato, che le persone stiano bene, la società migliori, l’ambiente naturale sia preservato e l’impresa si sviluppi in modo sostenibile”. Per questo l’impresa moderna assume su di sé la responsabilità di prendersi cura: dei collaboratori, dell’ambiente, della società.

Il secondo motivo dell’unicità della Serata Benefit è stato il luogo in cui si è svolta, la Casa Circondariale di Busto Arsizio, un posto simbolico, “dove poter comprendere, anche attraverso i suoi contrasti, quanto il prendersi cura possa essere per tutti la sfida di oggi e di domani.”

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Il carcere varesino è un esempio di luogo di detenzione che mira, con le forze e gli strumenti che ha a disposizione, alla rieducazione dei detenuti e al loro reinserimento nella vita sociale e produttiva una volta scontata la pena. La direttrice Maria Pitaniello ha ricordato, così come il Prefetto di Varese che è intervenuto insieme ai magistrati di sorveglianza, come sia alta la percentuale di detenuti che, grazie al lavoro appreso e svolto in carcere, riescano a smettere di delinquere. Anche in questo processo è importante il ruolo delle imprese che decidono di investire nel lavoro all’interno delle mura dei penitenziari.

Un terzo motivo della bellezza della serata è invece la partecipazione e l’adesione straordinaria delle persone, che come sempre sono l’elemento che fa la differenza. Gli invitati: stakeholder di Askesis tra imprenditori, clienti, collaboratori e consulenti. Ma anche i dipendenti della casa circondariale, che hanno accompagnato e facilitato l’evento con passione e soprattutto i detenuti, che hanno voluto accogliere con entusiasmo gli ospiti, organizzando, con l’ausilio prezioso di Elisa Carnelli dell’Associazione “Oblò-Liberi dentro”, una “cena con delitto”: una cena con rappresentazione teatrale tenuta da alcuni di loro, in un “role playing” particolarmente riuscito.

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Così il momento conviviale e di confronto, si è aggiunto alle prolusioni dei relatori, che hanno arricchito il pomeriggio, all’interno dello spazio teatrale della casa circondariale, strapieno per l’occasione. Marta Zighetti, psicoterapeuta e formatrice, ha tenuto uno speech dal titolo “Non c’è io senza un noi. Appartenenza e cura nell’azienda che guarda al futuro”, durante il quale ci ha introdotto al significato sociale che le neuroscienze attribuiscono al nostro stare al mondo.

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Successivamente si è svolta la tavola rotonda che ha dato nome al titolo della serata, con la partecipazione di alcuni testimonial molto particolari: l’imprenditrice sociale Anna Fiscale, che ha dato vita al progetto di moda etica Progetto Quid, rendendo accessibile il mondo del lavoro a quanti sono maggiormente a rischio di esclusione e discriminazione; Alessandro Liguori, amministratore delegato di Humanitas Gavazzeni, Castelli e Medical Care, che ha raccontato dei valori che ispirano il lavoro ospedaliero; Luca Mari, docente presso LIUC Università Cattaneo, che si è addentrato nel rapporto dell’uomo con l’intelligenza artificiale; Manuela Vestri, imprenditrice agricola naturale, che ha raccontato dell’attività della sua associazione “Semi e saperi”.

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Come ha voluto sottolineare Massimo Folador, che nel 2025 festeggerà il suo 40° anno di lavoro (auguri in anticipo, Massimo!), “ogni giorno mi rendo conto di avere un sacco di cose ancora da capire, come imprenditore e come persona”.

Nelle Lettere a Lucilio Seneca scrisse: “Magna pars est profectus velle proficere” (Gran parte del progresso è nella volontà di progredire). Essere Società Benefit, portare la sostenibilità nelle organizzazioni significa forse proprio questo: aiutare a migliorare, aiutarsi a migliorare.

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