Intervista a Girolamo Marazzi

“Con i comportamenti etici guidiamo l’innovazione, perché questa deve avere un impatto positivo nel mondo”.
Intervista a Girolamo Marazzi, Fondatore & Ceo di BlueIT Spa SB. Facendo leva su Cloud, CyberSecurity, AI e IoT, BlueIT aiuta le aziende a compiere la rivoluzione digitale, innovare, trasformare e gestire i processi di business mantenendone il controllo e avendo la garanzia di massima sicurezza lungo il percorso. Ha recentemente inaugurato il progetto AI Accelerator, cui collabora anche Askesis: un laboratorio per supportare le aziende nell’adozione dell’Intelligenza Artificiale.
Girolamo, vuole parlarci brevemente della storia di BlueIT e della sua visione d’impresa basata su innovazione e responsabilità?
BlueIT nasce in un momento molto particolare, nell’ottobre del 2008, segnato da una delle più gravi crisi economiche degli ultimi decenni e da esempi molto negativi del fare impresa, con pratiche speculative e mancanza di trasparenza, che hanno portato a crolli finanziari globali. La nostra è stata una reazione a questo contesto, con l’obiettivo di fare impresa in modo diverso. Lo spirito dietro la creazione di BlueIT è che è possibile fare impresa in modo etico, in modo corretto. E che non solo questo è possibile ma che è anche una fonte di successo, una leva di crescita sostenibile e duratura nel tempo, che permette di costruire una casa su basi solide.
BlueIT nasce così come progetto di azienda, ancora prima che come progetto di prodotto o servizio. Questo significa che il focus fin dall’inizio non è stato solo su cosa offrire al mercato, ma soprattutto su come costruire un’organizzazione fondata su valori solidi, sulla responsabilità e certamente sull’innovazione. Quest’ultima è un altro aspetto importante, distintivo: eravamo convinti che, oltre a valori molto forti, la nostra azienda dovesse incorporare il tema dell’innovazione come processo continuo.
Il fatto di mettere insieme innovazione, sostenibilità e responsabilità pone le basi per un modello di business che può essere un motore di progresso non solo per le aziende ma anche per la società nel suo insieme. Coniugare questi diversi aspetti ha portato BlueIT a diventare Società Benefit.
BlueIT ha di recente avviato, con IBM e altri importanti partner, il progetto AI Accelerator, un laboratorio sull’Intelligenza Artificiale. Come si lega questa iniziativa al tema della sostenibilità?
Noi ci occupiamo di AI da qualche anno. Proprio per l’idea che l’innovazione debba essere un processo, abbiamo avuto diversi cicli di innovazione. Il primo ciclo che ha portato l’AI all’interno di BlueIT è del 2016. Nel 2017 abbiamo vinto un contest internazionale organizzato da IBM, che cercava la migliore soluzione che utilizzasse la tecnologia di AI Watson (al tempo non si chiamava ancora WatsonX). In quel periodo l’Italia non si qualificò per i Mondiali di calcio, ma una piccola società italiana aveva passato le qualificazioni e vinto un premio internazionale…
Nell’ultimo periodo il tema si è ulteriormente sviluppato e siamo partiti con l’iniziativa strategica chiamata AI Accelerator, per aiutare le imprese italiane proprio nell’adozione di un percorso di Intelligenza Artificiale. Con l’idea di implementare soluzioni avanzate in modo pratico, efficace, e anche economico, perché sullo sfondo c’è il tema della democratizzazione dell’AI. Un’AI concreta e alla portata di tutti. Questo progetto è stato sviluppato sulla piattaforma di IBM WatsonX, creando un ecosistema di diversi partner: da un lato la tecnologia, dall’altro l’Università (Dipartimento di Informatica dell’Università di Milano e ora altre due partnership universitarie).
Il rapporto con l’Università è importante, perché AI Accelerator è un laboratorio di ricerca e sperimentazione. Gli altri soggetti che stanno partecipando sono alcune società di consulenza. La prima è stata M&IT, ma già nel breve abbiamo iniziato a lavorare con altre società specializzate in alcuni segmenti di mercato, che però non si sovrappongono tra loro, e che aiutano i propri clienti nell’avvicinarsi all’AI e nel change management. Tra queste società c’è Askesis, che collabora con noi in questo progetto.
L’altra cosa importante è il luogo fisico dedicato a queste attività: un luogo dove si fa ricerca e si sperimenta insieme al cliente. Il nostro laboratorio di AI è un’antica cascina nel mezzo della campagna. Crediamo che in questo momento storico ci sia la necessità di umanesimo, di mettere la persona al centro, come ci ricordano la cascina e il legame con la terra, in modo da mediare la tecnologia con la vita dell’uomo, il cui ruolo rimane centrale.
Questo aspetto ci porta a mettere in relazione questo progetto alla visione etica e sostenibile di BlueIT e alla sua missione Benefit, conseguita con l’accompagnamento di Askesis.
Ci sono dei termini che si ripetono, che sono capisaldi del nostro modo di fare impresa: l’etica, la tecnologia, la sostenibilità. L’etica entra nel merito dei nostri comportamenti. Come azienda di tecnologia dobbiamo portare l’innovazione ai nostri clienti, ma l’innovazione deve essere guidata dai valori. Questo è importante perché, se vogliamo riplasmare il mondo, vogliamo farlo con il nostro stile.
La sostenibilità è la missione di fondo: tutto questo lo facciamo perché vogliamo avere un impatto. Con i comportamenti etici guidiamo l’innovazione, perché questa deve avere un impatto positivo nel mondo, che è il fine ultimo. È chiaro che tutto questo trova una casa naturale all’interno della Società Benefit. Quando c’è stata la possibilità di diventare Benefit l’abbiamo ritenuta una scelta coerente, che dava una veste giuridica a un’impostazione dell’azienda. Askesis e Massimo Folador, con cui ci si confronta da anni, sono stati i compagni naturali di questo percorso, iniziato nel 2020, un periodo di crisi a livello mondiale, che ci ha spronato a tirar fuori i valori migliori.
Che cosa può servire al mondo imprenditoriale italiano per dare maggiore forza alla sostenibilità d’impresa? Formazione? Preparazione culturale? Incentivi? Networking?
La sostenibilità, per diventare parte integrante della cultura aziendale, ha bisogno di essere non soltanto un contenuto normativo, ma ha bisogno di competenze e sensibilità per gli imprenditori, i manager e i collaboratori. I valori enunciati vanno anche vissuti. Per portare questo cambiamento bisogna fare formazione, non solo in azienda, ma anche educazione nelle scuole, per spiegare ai ragazzi che anche il mondo del lavoro deve cambiare e occorre fare impresa in modo sostenibile.
Sul tema degli incentivi, oggi è necessario fare una scelta chiara: dobbiamo orientare il mondo in questa direzione. Questo virtuosismo in qualche modo deve esserci valorizzato: se facciamo il bene di tutti, se fatichiamo di più prendendo la strada più lunga, questo ci deve essere riconosciuto. Una Società Benefit deve poter esprimere il suo essere sostenibile in modo virtuoso, anche dal punto di vista degli incentivi fiscali.
I temi del networking e della collaborazione, poi, sono estremamente importanti: le realtà che lavorano in modo sostenibile devono fare ecosistema. In questo momento non è così evidente. Da un lato c’è un tema del confronto, dall’altra parte c’è il tema della collaborazione. Confronto e collaborazione sono due aspetti centrali.
Anche la tecnologia può aiutare: l’essere più efficienti deve voler dire essere più sostenibili, riducendo gli sprechi, migliorando la trasparenza nei processi. Il filone dell’innovazione tecnologica ha molto a che fare con il tema della responsabilità e della sostenibilità. Siamo in un contesto storico in cui la tecnologia porterà dei cambiamenti repentini, però dobbiamo aspirare ad avere un impatto nel mondo, che rimane una delle finalità principali di BlueIT.
Tre parole che secondo lei definiscono la sostenibilità oggi.
Sicuramente il tema dell’innovazione è importante, perché l’innovazione oggi è un po’ al centro e proprio per questo va orientata nel modo corretto. La sostenibilità deve voler dire innovazione, le due cose devono essere legate, perché il mondo è in una fase di grandissima innovazione, e l’innovazione deve essere al servizio della sostenibilità.
Poi c’è un tema di responsabilità. Responsabilità vuol dire un impegno nel far sì che l’impatto ci sia. Noi abbiamo bisogno, in questa fase storica, di esercitare la responsabilità a 360 gradi.
Il terzo punto è la resilienza: perché nel mondo in cambiamento, con un impatto su tutte le dinamiche della società, i valori devono essere resilienti. Ci deve essere una base sotto, che in qualche modo “tiene” e si adatta. Il tema del proseguire in un contesto che muta, nel mantenere l’orientamento, è importante. A volte può voler dire adattamento, aggiornamento di quello che facciamo, conservando però i valori di fondo, che dobbiamo sapere riadattare a un contesto in rapido mutamento.