In cammino con Italiacamp. Un progetto di formazione esperienziale

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La storia di Italiacamp affonda le sue radici a Roma, quando nel 2010 alcuni giovani universitari si sono riconosciuti nella volontà comune di formulare proposte e generare azioni e progetti per contribuire a valore sociale e impatto economico per le persone e le comunità. Al progetto hanno poi, nel tempo, aderito realtà aziendali di primo piano del panorama nazionale, che hanno fatto anche propria la missione di sviluppare con Italiacamp progetti di impact management, empowerment e innovazione.

La collaborazione tra Askesis e Italiacamp ha origine dalla necessità di quest’ultima di valorizzare il proprio modello identitario in cui co-esistono elementi e valori del passato, presente e futuro, uno slancio verso l’innovazione coniugato alla cura per la propria tradizione: l’azienda desiderava intraprendere un percorso formativo che puntasse al coinvolgimento attivo delle proprie persone e che fosse in grado di accompagnare l’evoluzione dell’organizzazione rispetto alle continue e mutevoli necessità date da un mercato, Pubblica Amministrazione e stakeholder in costante evoluzione, senza mai tralasciare i  principi che da sempre animano e guidano questa impresa.

Askesis ha proposto all’azienda, nel frattempo cresciuta, multilocalizzata e divenuta internazionale, un percorso formativo con l’obiettivo di rafforzare le relazioni, accrescere il sentimento identitario comune e generare sinergie positive e innovative all’interno dell’organizzazione.

Tra le diverse attività, ne è stata realizzata anche una tra le più particolari di Askesis, momento conclusivo del percorso formativo realizzato con Italiacamp: il team building “L’impresa in cammino”. Si è trattato di un outdoor metaforico esperienziale, realizzato attraverso un cammino di due giorni durante il quale riflettere, per analogia e grazie alle tante suggestioni generate dall’esperienza concreta di un percorso difficile, sulle esperienze personali e organizzative sul luogo di lavoro.

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Ma, perché proprio il cammino?

Noi di Askesis riteniamo che la bellezza che risiede in quest’esperienza consista nel vivere una ricerca, dentro e fuori di sé. Se vissuto intensamente, il cammino offre l’opportunità di “mettere in moto” non solo gambe e occhi ma anche cuore e mente.

Spesso, il viaggio è interpretato come metafora della vita, concetto che può essere calato anche nella vita organizzativa sul posto di lavoro. Ad esempio, è fondamentale avere una significativa preparazione individuale che permetta di poter raggiungere la meta prefissata, saper creare relazioni di fiducia e possedere una lungimiranza tale da poter affrontare, attraverso un efficace problem solving, le difficoltà e gli ostacoli che possono sorprenderci durante il percorso.

Questo modello di formazione esperienziale proposto da Askesis è caratterizzato da momenti di cammino e da occasioni di condivisione e riflessione: i partecipanti possono riflettere su sé stessi, analizzando comportamenti, difficoltà, potenzialità e specificità inerenti al proprio operato e a quello del team all’interno del quale sono inseriti. Si tratta di un’esperienza adatta a tutti e che offre la possibilità ai partecipanti di osservare alcune dinamiche organizzative e relazionali che spesso sono “nascoste” o semplicemente ignorate durante la frenesia della settimana lavorativa.

Massimo Folador ha guidato il gruppo durante i momenti di riflessione con efficaci pillole formative. Oltre ai momenti di dialogo insieme, è stato possibile condividere osservazioni e scambi personali durante il percorso, accompagnati da un paesaggio che favoriva l’incontro.

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All’interno di questo cammino sono stati definiti diversi ruoli, proprio come in una realtà aziendale: un leader ufficiale, coordinatore di ogni aspetto riguardante il percorso; al suo fianco due figure di supporto, essendo il gruppo piuttosto numeroso. Infine, due “storyteller” che hanno ascoltato e trascritto le considerazioni condivise per fare memoria di quanto accaduto.

L’esperienza è stata scandita anche da alcuni momenti di “impasse” che hanno condotto i partecipanti a trovare nuove soluzioni, strade da percorrere e cartine da interpretare nella maniera corretta per potersi orientare e arrivare alla meta. Allo stesso modo, nel mondo del lavoro, è fondamentale saper rispondere alle diverse situazioni in essere in modo creativo, responsabile ed efficace.

Askesis ha scelto il cammino perché esso insegna come sia possibile, anche se faticoso, raggiungere la meta insieme. Insegna a farsi carico del proprio zaino ed eventualmente anche di quello del proprio compagno; insegna a saper trovare il proprio ritmo, a saperlo cambiare, stabilizzarlo per compiere l’ultima e faticosa salita, accelerarlo per raggiungere il proprio compagno oppure rallentare il battito, farsi “raggiungere” da chi era alle nostre spalle, magari per condividere una riflessione o anche solo per godersi la bellezza condivisa.

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Insegna ad adattarsi alle diverse situazioni, ad essere preparati e a servirsi degli strumenti corretti per agire e reagire ad ogni eventualità.

Racconta così questa esperienza formativa Luigi Mazzotta, Chief People & Organization Officer di Italiacamp: “38 chilometri in due giorni a piedi: l’epica di Italiacamp è salva, alimentata anche da questo successo. Abbiamo percorso insieme le prime due tappe del ‘Cammino di San Benedetto’, da Norcia a Cascia e poi da Cascia a Monteleone di Spoleto.  Siamo andati per sentieri, accanto a prati con le fioriture della tarda primavera, ma siamo passati anche per pietraie, in salite e discese estenuanti, nel sottobosco e con il sole a picco, ciascuno con il proprio passo, ciascuno con i propri pensieri, affiancati, a volte, a qualcuno dallo stesso andare, fisico e mentale, con cui dialogare; tutti insieme per gli appuntamenti collettivi con le suggestioni analogiche, da scoprire e condividere insieme al panino e alla frutta.

Già, perché se il cammino è spaesamento, ti consente, proprio per questo, di osservare il tuo contesto abituale da prospettive inconsuete: sistema organizzativo e operativo del team; modelli di leadership; compagni del viaggio professionale quotidiano; tappe, avanzamento e distanza dall’obiettivo, misurazione e punti di controllo (dove siamo? ci siamo tutti? dove la prossima fonte?); piani e programmi che indicano la direzione, ma anche strumenti di orientamento e mappe; risultati (assai orgogliosi dell’essere passati dai 16’ a chilometro del primo giorno ai 14’ del secondo) e comportamenti; ‘potenziali’ emergenti; ‘zaini’ (che, nella realtà, viaggiano sulle spalle) come punto di equilibrio lean fra l’utile e l’inutile per l’efficacia nel lavoro; una concretezza, un legame così forte con l’esperienza fisica del camminare e con i possibili momenti di crisi che ti costringe a un problem solving istantaneo, intuitivo, ispirato dal sostegno reciproco e dal non lasciare nessuno indietro. Un cammino siffatto ti costringe, soprattutto, una volta partito, a desiderare e traguardare la meta come tua unica possibilità. Italiacamp c’è, ed è sempre, ancora ‘in cammino’.”

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L’augurio è che le esperienze e gli apprendimenti di questi giorni insieme, possano essere una bussola capace di guidare nell’incertezza, nella dinamicità spesso causa di stress o più semplicemente nella routine del lavoro.

Buon Cammino, ancora!

Pietro D’Angelo

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