Pensieri e Parole. I consigli di lettura di Askesis

4. Cover libro

 

“Il socio di minoranza” di Marco Bardazzi e Marco Lessi racconta l’avventura umana e imprenditoriale di Vittorio Tadei

Gli imprenditori italiani sono spesso uomini e donne fuori dall’ordinario: innovativi, tenaci, visionari. Sono persone capaci di immaginare nuovi scenari, costruire solide organizzazioni, creare lavoro. E quando ci si imbatte nelle loro storie, nel racconto della loro avventura imprenditoriale ma anche umana, si impara moltissimo: su come gestire le relazioni, su come creare opportunità di crescita, su come funziona la società.

È il caso del ritratto di Vittorio Tadei, il fondatore dell’impero riminese nel settore dell’abbigliamento con marchio Teddy, narrato con perizia da Marco Bardazzi e Marco Lessi nel volume “Il socio di minoranza”. Il libro ricostruisce la storia imprenditoriale di Tadei fin dalla fine degli anni ’50, quando il futuro capo azienda, ma allora solo ragioniere, si inventa un mestiere aprendo il primo negozio di abbigliamento nel centro di Rimini, allora in procinto di divenire negli anni del “boom” la capitale del turismo italiano.

Tadei inizia quindi con una grande propensione per la vendita e soprattutto per l’ascolto. Certamente il suo mantra è “vendere bene e tanto”, ma forse la sua grande intuizione è stata questa: “se ascolti i tuoi clienti non sbagli mai”. Ascoltare i clienti significa osservare le loro abitudini di acquisto, interrogarli talvolta, capire cosa comprano (ma anche cosa non comprano) e perché. E con rapidità mettere a loro disposizione i capi di abbigliamento più adatti.

La Teddy nasce nel 1961 e si contraddistingue per la capacità di rifornire velocemente i punti vendita con i vestiti giusti al momento giusto. Per questo l’imprenditore riminese si affida a una rete di sarti molto fidelizzati, che lavora esclusivamente per lui, creando un forte legame di lavoro e amicizia. Tadei sa costruire relazioni autentiche, è diretto, leale, talvolta aiuta economicamente i suoi fornitori e ha un intuito formidabile per i collaboratori.

La sua azienda, che si espande per tutto il decennio, fa leva su dipendenti grintosi e fidati, senza titoli accademici ma che talvolta costruiscono la propria formazione, si direbbe oggi, “on the job”. Solo alla fine degli anni ’90, quando è a capo di un gruppo multinazionale, Tadei si affiderà a laureati specializzati.

La seconda intuizione dell’imprenditore è quella di costruire una rete di negozi in franchising in conto vendita, che è in grado di rifornire rapidamente grazie all’integrazione della filiera: disegno, produzione, distribuzione, vendita dei capi, controllati direttamente o indirettamente da Teddy.  Così l’impresa si espande in tutt’Italia. Da campione nel settore retail, si trasforma anche in centro di produzione e vendita all’ingrosso (wholesale).  

“Vendere intere collezioni, trattare con i clienti che acquistavano all’ingrosso e con i fornitori che dovevano produrre capi a sufficienza era un’attività che lo faceva fiorire”. Naturalmente Tadei non si risparmia: lavora senza sosta, crea lavoro e produce ricchezza. Disegna un orizzonte. Nasce il primo marchio importante, Terranova, e poi Rinascimento e Calliope.

Successivamente inizia a espandersi all’estero: caduto il muro di Berlino, si aprono opportunità nell’Est e poi in tutta Europa. Nel momento più alto arriva a fatturare 400 milioni di euro.

Può sembrare paradossale (ma non lo è), uno dei momenti culminanti dell’impresa di Tadei è quando inizia ad accostarsi a don Oreste Benzi e alla sua Comunità Papa Giovanni XXIII. Grazie all’esperienza  con don Benzi, l’imprenditore rafforza l’impegno di responsabilità sociale, intervenendo in progetti di assistenza in Africa e di case-famiglia in giro per il mondo, ma soprattutto mette a fuoco il senso della sua avventura industriale, sempre più orientata al bene comune: “lui in fondo era un amministratore di beni”, non un imprenditore. Ecco, dirigere un’impresa non è possedere una proprietà o fare soldi, è gestire un bene per conto di altri: la propria famiglia, la propria comunità, il proprio Paese. È creare una legacy che si intende trasferire alle future generazioni.

Così nasce il Sogno dell’impresa di Tadei, che è in fondo già l’enunciazione ante litteram delle finalità di beneficio comune di un’azienda, prima ancora della nascita delle Società Benefit: “costruire una grande azienda globale che guadagni molto per ingrandirla, creare occupazione (…); costruire un’azienda in cui (…) dare un significato, un senso alla propria vita (…); formare una classe dirigente coraggiosa, responsabile, proiettata verso il futuro, senza paura e che sappia trasmettere a tutti coloro che verranno dopo di loro tutti quei valori di cui ho parlato sopra”.

 

Per leggere e acquistare il libro:

Marco Bardazzi e Marco Lessi, “Il socio di minoranza. L’avventura umana e imprenditoriale di Vittorio Tadei”

La storia di un romagnolo vero, di un leader carismatico, di un outsider della moda che sapeva scovare talenti e trasformare le persone con la forza della fiducia. Un uomo che non ha mai smesso di interrogarsi sul senso del proprio agire e del fare impresa.